GALLERIA DEGLI UFFIZI

GALLERIA DEGLI UFFIZI

“Le sale del Rinascimento” Scelta obbligata, per chi nel suo itinerario turistico ha deciso di intrattenersi a Firenze, è l’acquisto di un biglietto per visitare la galleria degli Uffizi. Quando si parla della Galleria degli Uffizi si fa riferimento alla storia di una delle massime collezioni di opere d’arte esistenti al mondo e nello specifico alla sua monumentale pinacoteca. La celebrazione di Firenze inizia con la storia del governo della città sotto Cosimo de’ Medici, che volle accorpare le più importanti “Magistrature Fiorentine” o Uffici in un unico stabile da affiancare al Palazzo Vecchio, per meglio garantirsi il controllo dell’intera amministrazione, spingendo la nuova fabbrica fino al Lungarno. Non potevano rimanere inespresse le sorti politiche e militari della città, dopo la conquista di Siena, e Cosimo, per magnificarle, affidò la gestione del progetto ad uno dei più grandi artisti del momento: Giorgio Vasari. Per dare spazio alla nuova costruzione Cosimo de’ Medici fece abbattere la zona del vecchio porto fluviale comprensivo del rione popolare. L’edificio concepito a forma di “U” incorporava l’antica chiesa romanica di San Pier Scheraggio, un breve tratto prospiciente l’Arno e un braccio inglobante la Zecca Vecchia. Il Vasari incontrò notevoli difficoltà nella conduzione dell’impresa data l’eccessiva tendenza al risparmio con cui Cosimo trattava sia le risorse materiali che umane, facendo reperire anche materie di scarto ed imponendo persino la servitù di alcune maestranze. I lavori, iniziati nel 1560, furono completati nel 1580 restituendoci questo capolavoro architettonico ed urbanistico in forma tardo-rinascimentale. Il cantiere, che fu portato avanti dal 1574 da Bernardo Buontalenti e da Alfonso Parigi in conformità al progetto del Vasari, testimonia l’originalità, sia...
EMILIANO CRIBARI

EMILIANO CRIBARI

“La fotografia da Firenze al Piccolo Sud”   Emiliano Cribari nasce a Firenze nel 1977. La sua ecletticità ha raccolto da subito la nostra attenzione e lo ha reso un nostro stretto collaboratore. Sue le foto di Villa Tolomei ed dell’evento “Hero a Firenze”. Oggi lo intervistiamo per sapere qualcosa in più del mondo della fotografia e dell’immagine. Ciao Emilano, come sta la fotografia? Se si osserva il fenomeno dalla parte dei fruitori la fotografia sta bene, sta benissimo. È infatti un pullulare di immagini, mostre, corsi, fotocamere… Quando mai la fotografia ha fatto così tanto parlare di sé? Se invece si osserva il fenomeno dalla parte di chi crea fotografia (per lavoro, intendo), allora è diverso: perché il digitale sta letteralmente massacrando il mercato professionale, illudendo le persone che fotografare sia semplice, quasi un gioco… Oggi le immagini scorrono a una velocità impressionante, sminuendo il lungo lavoro che il fotografo ha dedicato (o avrebbe dovuto dedicare) alla singola immagine. I numeri hanno sovrastato il tempo e la qualità. Ed è mortificante. Da Firenze a “Piccolo Sud”, perché il meridione? Il mio legame con il Sud è un legame di sangue e di memoria. Mio padre infatti è calabrese, e io ho avuto la fortuna di trascorrere quasi ogni estate della mia vita immerso in tanti piccoli Sud, che mi sono entrati dentro e che adesso, a distanza di anni, sto provando a raccontare tramite il filtro fotografico della memoria. Credi sia fondamentale la scelta del mezzo fotografico come medium narrativo? Per me sì, adesso sì. Non saprei e non vorrei raccontare diversamente. In generale, però, guardando al futuro, forse i racconti troveranno sempre più agio e più spazio dentro ai...